L’efficacia dell’ABA
I dati raccolti dalla ricerca e dalla statistica indicano che i bambini affetti da autismo mostrano miglioramenti significativi nelle diverse aree dello sviluppo a seguito di interventi educativi intensivi con il metodo ABA.
Diversi fattori influenzano l’efficacia dell’intervento: la precocità dell’intervento educativo, l’abilità cognitive e linguistiche del bambino, l’intensità dell’intervento diretto (numero di ore), il coinvolgimento della famiglia nell’intervento.
Le ripercussioni in ambito familiare sono molteplici: la famiglia intera viene coinvolta nel processo educativo del bambino affetto da autismo. In particolare i genitori sono responsabili del mantenimento e della generalizzazione delle nuove abilità acquisite dal bambino.
Soprattutto durante i primi due anni di intervento, in cui il programma è principalmente condotto in casa, la famiglia deve essere pronta a trasformare almeno una stanza in ambiente scolastico/educativo, e a dare libero accesso agli educatori per la sessione con il bambino.
L’impegno organizzativo, economico ed emotivo è rilevante.
L’efficacia dell’ABA applicata all’autismo è riconosciuta già a partire dai primi anni ’60 ma è dal 1980, anni in cui l’autismo veniva considerata una patologia incurabile, che il dott. Lovaas ha dimostrato l’efficacia dei suoi interventi comportamentali intensivi in oltre il 47% dei pazienti che seguiva, percentuale di successo più alta rispetto a coloro che non effettuavano tali interventi.
Trent’anni di ricerca hanno dimostrato l’efficacia dell’ABA nell’incrementare i comportamenti sociali positivi, l’apprendimento, la comunicazione e nel ridurre i comportamenti-problema.
Una revisione di oltre 500 studi ha dimostrato l’efficacia dell’ABA nell’ambito dell’educazione di bambini con autismo e nel miglioramento delle abilità del bambino.
Gli interventi intensivi e a lungo termine basati sull’ABA consentono ai bambini con autismo di ottenere dei successi significativi per quanto riguarda gli aspetti cognitivi, lo sviluppo del linguaggio, delle abilità accademiche e di quelle adattive (Anderson, Avery, DiPietro, Edwards, & Christian, 1987; Birnbrauer & Leach, 1993; Harris, Handleman, Gordon, Kristoff, & Fuentes, 1991; Hoyson, Jamieson, & Strain, 1984; Lovaas, 1987; McEachin, Smith,&Lovaas, 1993; Sheinkopf& Siegel, 1998; Smith, Eikeseth, Klevstrand, & Lovaas, 1997).
I Bambini con autismo che hanno seguito interventi basati solo esclusivamente su tecniche comportamentali rispetto a bambini che hanno seguito interventi eclettici (che prevedevano l’utilizzo di tecniche d’intervento diverse) hanno ottenuto risultati migliori rispetto a questi ultimi per quanto riguarda il funzionamento adattivo e il QI, inoltre presentavano una quantità minore di comportamenti problema (Eikeseth, Smith, Jahr, Eldevik, 2002);
I miglioramenti ottenuti nel funzionamento emotivo, cognitivo, emotivo, sociale e motorio si mantengono a lungo termine e vengono generalizzati ad altre situazioni (McEachin, Smith & Lovaas, 1993); Lovaas in particolare (2003) ha messo in evidenza come i migliori risultati con l’ABA si ottengono se: il bambino ha meno di 4 anni, segue un intervento intensivo e a lungo termine (almeno 2 anni), i genitori hanno un ruolo attivo nella terapia, i bambini hanno una rapporto 1:1 con il terapista, l’intervento avviene nel contesto naturale del bambino.
Oltre all’efficacia dimostrata scientificamente, è interessante anche vedere come i genitori vedono l’ABA. A tal proposito, molto interessante è l’indagine riportata da Dillenburger e altri, i quali dopo avere somministrato un questionario a genitori i cui figli seguivano interventi basati sull’ABA hanno rilevato una grande soddisfazione tra i genitori i quali si dichiaravano: coinvolti nel trattamento del figlio, più speranzosi per il futuro, maggiormente in grado di gestire i comportamenti del figlio, maggiormente in possesso di strumenti per fare fronte alle situazioni di vita quotidiana.